Sailor Moon - Italian Forum

Through With You

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cinderellatom
TOPIC_ICON12  view post Posted on 30/8/2011, 18:21







Capitolo 1. La ribelle



Quel giorno fu il più speciale, per la prima volta vinsi il concorso di pittura impressionistica a cui avevo dedicato metà della mia vita per realizzare il progetto di fine anno che sarebbe andato alla mostra nazionale. Immaginate? Io, Michiru Kaio mi sarei recata nel pieno centro di Tokyo per mostrare a mezza città la mia fantastica opera! Non stavo più nella pelle e a casa mi esercitavo costantemente a tenere un discorso decente, perché ovviamente ci sarebbe stato! E poi … feci un incontro che cambiò la mia vita radicalmente, ma ovviamente non potevo saperlo. Quel giorno incontrai la studentessa più incasinata, fastidiosa, terribile, grintosa e coraggiosa di tutto il paese, Haruka Ten’o. Il nostro incontro ebbe luogo durante una partita di pallavolo, in palestra. Si dice che la maggior parte degli appuntamenti amorosi ha inizio in palestra, forse per via dei tipi di personalità che vengono marcati così tanto, o forse per il fisico, chi lo sa. Sta di fatto che ovviamente non era il mio caso. O almeno fino a quel punto …
Ero finita in panchina perché Elsa Gray si era fratturata una caviglia ed avevano dovuto sostituirla con Makoto Kino, un altro soggetto molto maschile e con una voglia pazzesca di competere, non come Haruka, certo, ma di fatto non si sarebbe arresa, nemmeno quando in campo c’era il personaggio più strambo e sensualmente ambiguo della scuola.
Notai immediatamente la scarsità di collaborazione con cui giocava Minako e infatti questo portò ad un amichevolissimo immediato diverbio tra le due “Attenta a dove tiri” incalzò Makoto guardando male Haruka “Sei tu che non sai alzare il muro” la rimbeccò con tono tranquillo “Ehi! Modera il linguaggio capito? Se non tirassi delle cannonate così a questo punto avrei anche segnato. E’ inutile che ti vanti bella mia! O’ hai una palla da volley e non una bomba!” esclamò Makoto arrossendo, che carattere! Entrambe con una voglia pazzesca di mettersi alla prova, e tutte e due cocciute, testarde e presuntuose! Involontariamente mi scappò un risolino che purtroppo le due sentirono e a come reagirono, non parvero molto contente “Che hai da ridere tu?” partì all’attacco Haruka fulminandomi con uno sguardo, io smisi subito. Quella sua espressione da dolce aggressiva mi indisponeva più di ogni altra cosa “Già, fatti gli affari tuoi!” aggiunse Makoto, che sfrontata! Ci conosciamo da molto tempo e mi tratta come una sconosciuta. La partita riprese con vigore, Haruka segnava sempre più punti ed era impossibile non notare che avesse un talento innato per gli sport, chissà cos’altro era in grado di fare …. Conclusa la partita ci ritirammo negli spogliatoi, ognuna immersa nei suoi pensieri e contro pensieri, Makoto venne a scusarsi con me “Perdonami” disse “Ma quella tipa … Haruka … ha un qualcosa che non mi piace. Se la tira troppo e inoltre sembra un ragazzo!” mi scappò una risata sarcastica, in effetti Haruka aveva un aspetto molto mascolino … ma credo che sotto quegli abiti dall’aspetto troppo disinvolto si nascondesse in realtà un corpo ben formato, snello e molto sinuoso. Ma che vado a pensare? Wè Michi che pensieri ti frullano per la testa, chi hai nella testa tu? Esatto, quello stangone di Mamoru Chiba! Bene … finito di cambiarci ci incamminammo verso la scuola per la terza ora di lezione in cui avremmo avuto geografia, la mia materia preferita! Provai un moto di nostalgia a vedere il banco di Elsa vuoto accanto al mio, Elsa era una ragazza speciale e dotata di un grande carattere e forza d’animo. Inoltre, durante geografia, io e lei passavamo il tempo a programmare dei viaggetti immaginari che io e Mamoru avremmo fatto, come se servisse a qualcosa. Ovviamente uno così acculturato, pieno di carisma, docile e troppo troppo sexy deve perdere la testa per una altrettanto persa di suo come Miss Usagi Tsukino, logico! Quindi, quel giorno avrei passato la lezione da sola, tanto meglio, sarei stata più attenta; la professoressa entrò in classe salutandoci allegramente, appoggiò la borsa sulla cattedra e con un sorriso raggiante annunciò “Ragazze, oggi diamo il benvenuto ad una nuova compagna, viene da San Francisco e si è trasferita qui con la famiglia per imparare meglio la nostra lingua, visto che, come mi ha detto più volte, nella sua scuola non lo insegnavano molto bene. Auguriamole tutte un buon anno, benvenuta tra noi Haruka Ten’o!” ed ecco che la spilungona super palestrata fece il suo ingresso, e a quel punto tutte scoppiammo a ridere, persino Ami Mizuro scoppiò a ridere a crepapelle. In effetti Haruka era un pò molto ridicola, aveva indossato la divisa maschile e coi suoi capelli corti sembrava davvero un ragazzo! La professoressa le indicò il posto, l’unico vuoto, accanto a me. Quando la guardai, per un secondo, ebbi come una sensazione di smarrimento. Era come se quella ragazza rispecchiasse le mie paure peggiori, tutto quello che io non avrei mai voluto essere. Inquietante, meglio starci attenti a quella. Ci scambiammo un timido saluto e dopo di quello rimanemmo in silenzio per tutta la lezione in un evidente imbarazzo, mentre tutte attorno a noi bisbigliavano e ci indicavano, me ma soprattutto Haruka. L’inizio dell’intervallo fu come una liberazione, scattai in piedi e mi diressi in cortile senza nemmeno badare alla mia compagna di banco, e mi unii al gruppetto di amiche che mi stava aspettando trepidante “Allora?” iniziò Rei Hino afferrandomi per un braccio “Allora cosa?” chiesi io spaesata “Come cosa? Haruka, quella lì, non crederai mica che sia una donna vera e propria eh?” ridacchiò Minako, che sciocche! “Non mi interessa nulla di quella. Faccia quel che vuole …” dissi scrollandomi le spalle, peccato che nel preciso istante quella mi passò dietro e riebbi di nuovo quel momento fulmineo, non la guardai negli occhi. Sentii tutti trattenere il respiro al suo passaggio, come un cavaliere solitario che dopo anni di battaglia torna stanco tra la sua gente. “Ehi Michiru!” dissero due voci e mi trovai di fronte la coppia Tsukino-Chiba che mi salutava “Salve” dissi senza entusiasmo “Com’è quel tizio, Haruka? Stavate tutte zitte in classe …” incalzò di nuovo Rei “Hahaaaa, dillodillo Michi, hai una cotta per quel tizio biondo” ridacchiò Usagi come una scimmia, quanto la odio quando fa così, ma come fa Mamoru a starci assieme “Beh, una cosa è certa … meglio non infastidirlo, tutto quello che gli capita a tiro riesce a trasformarlo in un’arma letale” borbottò Makoto guardando fuori dalla finestra imbronciata. Che noia! Non vogliono capire che ho altro per la testa e di certo non quel Haruka o chi sia … il mio progetto va ad un dipinto chiuso in camera mia. E lì starà fino alla fine della settimana.
L’ora seguente, per fortuna, c’era biologia e fu abbastanza tranquilla, per fortuna non ebbi sguardi minacciosi che mi seguono, anche perché la Ten’o non c’era. Beh, tanto meglio! Per il pranzo mi recai alla mensa, anche perché mi ero scordata di prepararmi lo spuntino e questo mi infastidiva, intanto ne approfittai per ripassare a mente il discorso che, temevo mi sarei dimenticata dall’oggi al domani, per la presentazione del quadro. La mensa era affollatissima soprattutto perché l’indomani si sarebbe tenuto il concorso motociclistico internazionale e molti ragazzi si vantavano di partecipare, ma sapevo che era solo per non venir presi in giro per scarsa virilità o mancanza di competizione. Tutte cose che ritengo inutili, caricai il mio vassoio con roba genuina, verdura, pane e la mia immancabile arancia, ed andai a sedermi nel posto in cui solitamente mi siedo quando sono con Makoto e le altre … che sfortunatamente non c’erano T_____T. Iniziai a mangiare con calma, assaporando la verdura come se fosse una cosa preziosa, bevvi un sorso d’acqua e rimasi a fissare il panorama che si estendeva fuori dalla finestra, ‘Oggi c’è il sole’ pensai allegramente. “Posso?” una voce grave ma familiare mi fece voltare, mi sarei aspettata di tutto, ma non certo il maschiaccio della scuola che mi chiedeva il posto. Ebbene sì, Haruka Ten’o mi stava di fronte con un sorriso amichevole ed un vassoio carico di roba, “Oh .. vieni” dissi spostando la borsa a facendola sedere di fronte a me, quella ragazza era davvero alta, mamma mia! Si sedette sorridendomi e di nuovo vidi delle facce voltarsi verso di noi, che pizza, cominciamo bene eh? Ignorandoli continuai a magiare “Oh, non mi sono ancora presentata, ma immagino tu lo sappia già … mi chiamo Haruka Ten’o” disse porgendomi la mano, “Io Michiru Kaioh, piacere” allungai la mano e strinsi la sua. Come una scossa elettrica, un’energia si sprigionò dalla sua mano e per un attimo mi parve di schizzare via, oltre il muro. Lanciata in un altro mondo. Haruka se ne accorse e mollò la presa sorridendo imbarazzata, arrossii. “Scusa” disse e iniziò a mangiare “Che istituto frequentavi a San Francisco?” domandai per rompere il ghiaccio mentre attorno a me sentivo risolini di scherno “Bah, uno con gente che non era alla mia altezza” borbottò Haruka come se fosse la cosa più ovvia del mondo, alzai un sopracciglio “E che cosa bisogna fare per essere alla tua altezza?” domandai infilandomi in bocca dell’insalata fresca “Bella domanda” ridacchiò deglutendo, mi sentivo presa in giro. “Dai, sul serio. Se sei qui c’è un motivo. Anche qui non c’è nessuno della tua altezza?” domandai, ancora una volta ridacchiò, con quel suo tono suadente e tremendamente calmo. “Non lo so. Tu che dici?” “Bene, io ho finito” dissi alzandomi all’improvviso, non era affatto vero, avevo ancora un po’ fame, ma questa conversazione stava diventando noiosa ed Haruka sembrava facesse apposta a provocarmi “Anche io” disse asciugandosi la bocca con un tovagliolo, strinsi i pugni irritata e mi allontanai a gettare i rifiuti, lei fece lo stesso. Uscii nell’atrio per respirare un po’ d’aria fresca “Tu sei nata e cresciuta qui?” ancora! cosa voleva ancora? Mi voltai decisa a dirgliene quattro, ma rimasi colpita da quello sguardo leggermente ironico che sembra quasi mozzafiato, solo allora mi accorsi di quanto fossero intensi i suoi occhi. “Si, ho fatto tutte le scuole qui” risposi disinvolta ravvivandomi i capelli, Haruka rise sotto i baffi “Mi spieghi che hai?” sbottai con un moto di nervi “Uhu, calma … volevo solo indagare un po’, non c’è bisogno di scaldarsi tanto” rispose con disinvoltura appoggiandosi al parapetto e fissandomi “Ehi Michiru!” una voce familiare mi fece trasalire, almeno …. Vidi Usagi e le sue amiche venirmi incontro, non ho mai voluto tanto bene a quella ragazzina come ora “Ciao” salutò Minako allegramente “Tu sei Haruka?” domandò Ami curiosa, Haruka si voltò verso di me con sguardo interrogativo “Allora? Non mi presenti alle tue amichette?” mpf, amichette! Neanche fossimo all’asilo nido. “Loro sono Usagi,Ami,Rei,Minako e , come hai avuto la fortuna di conoscere, Makoto” elencai accennando a ciascuna che rivolse ad Haruka in piccolo inchino. Mi sentivo completamente in imbarazzo! “Come sono i ragazzi a San Francisco?” partì subito in quarta Minako facendosi sotto “Dicono che a San Francisco ci sia una vecchissima università, è vero anche questo?” domandò Ami curiosa, che secchia! “Si, è vero, c’è una vecchissima università, ma purtroppo non me la permetterò mai” rise Haruka concludendo la frase e passandosi una mano tra i capelli dorati “E per quanto riguarda ai ragazzi, cara Usagi hai scelto la persona sbagliata” aggiunse strizzando l’occhio a Usagi che arrossì. Tossicchiai “Credo … credo che sia il momento di rientrare in classe, non trovate? Tra cinque minuti ricomincia la lezione” e senza nemmeno ascoltarle mi avviai da sola in classe, quella tipa sapeva mettere in imbarazzo chiunque, ma una cosa è certa. Sarà stata pure stramba, bizzarra e maschilista, ma era terribilmente sexy!
L’ultima avevamo educazione musicale, l’unica che davvero conta per me. Io suono il violino da quando ero bambina e seguivo sempre i miei in giro per i teatri ad ascoltare i vari concerti. Il violino è uno strumento che mi rispecchia: dal suono sottile ma che può diventare potente, come un’onda. Ha un modo di suonare che mi ammalia, mi sento in sintonia con tutto, Mi distacco dal mondo e per me esiste solo la musica, niente altro. Eravamo in pochi a frequentare il corso, nella nostra sezione. Io, Rei, altre ragazze più piccole e … Haruka. Si, ebbene sì. Quel maschiaccio rincivilito era di nuovo tra i piedi, mi iniziai ad esercitare per non dare dell’occhio, volevo farle capire che non mi interessava quello che faceva o avrebbe fatto, il mio unico pensiero era il dipinto che avrei portato alla mostra. La osservai sedersi e scrutare la sala curiosamente, poi i suoi occhi dal colore ammaliante si posarono su di me, li sentii sfiorarmi la pelle , invisibili, dettagliati, terribilmente precisi. Strinsi i denti cercando di mantenere la concentrazione sullo strumento che iniziò a produrre una melodia dolce e ritmata, la mia preferita. Subito Rei si preparò a suonare il flauto ed insieme mettemmo su un piccolo concertino che venne all’improvviso distorto dal suono potente e deciso ma allo stesso tempo dolce e soave di un pianoforte. Volsi il mio sguardo sullo strumento dalle forme nobili ed arricchite, la perfezione umana nel creare tutte quelle corde, pedali, tasti limpidi per produrre quel magnifico suono che attira, e ancora una volta rimsi sorpresa. Dietro a quel pianoforte, con sguardo concentrato era seduta Haruka, non badava nemmeno a noi, continuava a suonare imperterrita, le sue lunghe dita scorrevano veloci quasi impercettibili sulla tastiera come farfalle armoniose nel cielo, il suo viso lievemente contorto nella concentrazione, delle piccole rughe si crearono sul viso immacolato e ben proporzionato, sembrava quasi un tutt’uno col pianoforte. Entrambi perfetti, delineati e armoniosi. Non riuscivo a dire nulla, solo guardare, guardare ed assumere l’essenza stessa di Haruka, potente, invasiva, travolgente e nello stesso tempo dolce e precisa. Cosa mi stava succedendo?
Alla fine di quella giornata infernale potei finalmente uscire ed andare un po’ in piscina per il corso di acquagym, rilassante dopo quella mattinata frenetica. Negli spogliatoi incontrai Ami “Guarda chi si rivede” salutò allegramente stirandosi il costumino verde, sorrisi nervosamente e mi preparai “Senti, volevo solamente mostrarti la mia compassione per stamattina. Non dev’essere stato difficile evitare tutti quegli sguardi” disse arrossendo, chiusi l’armadietto con un colpo secco “No non lo era e smettetela di starmi addosso” risposi in tono freddo, solo dopo mi accorsi di quanto la mia risposta era stata aspra e mi scusai immediatamente “Scusami … sono molto stressata. Vado a fare due vasche poi a letto”. Nuotai un po’ immersa nei miei pensieri, poi mi decisi di rincasare, che bello! Mi preparai un bagno profumato e rimasi nella vasca ad occhi chiusi immaginando spiagge tropicali dove io e Mamoru avremmo passato le vacanze, poi uscii dalla vasca e misi il pentolino sul fuoco per l’acqua del tè mentre accesi la televisione. Il cronista parlava di una serie di scomparse nella zona sud est di Osaka, la maggior parte dei dispersi erano ragazzi giovani della mia età, rimasi sorpresa da quella notizia. Non era mai successa una cosa del genere, che situazione …
Bevvi il tè con calma poi mi dedicai alla lettura di “Memorie di una Geisha” libro appassionante, ed infine mi coricai esausta sognando Usagi in un ridicolo costumino da ballo che danzava su un onda, mah!






Salve a tutti! Mi presento con la prima Ff che pubblico qui, spero che vi piaccia. Per me è molto significativa e spero che vi attragga. Buena vista amigos!

*Veronica*

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