"Un profumo acre, troppo forte per il mio nasino un pò a punta. I miei occhi grondano lacrime. La vista è annebbiata, ma riesco comunque a riconoscere due delle tre persone più importanti delle mia vita. I miei passi sono lenti, sono ferita, ma non smetterò di camminare, non mi fermerò. E' da lei che voglio andare. Voglio stringerla, così capirà che io le voglio ancora bene. Deve, deve, deve, deve tornare in se! Sento alle mie spalle una voce, un pianto, non capisco bene, ma, voltandomi intravedo una testolina buffa quanto la mia, lunghi odango biondi, arruffati. Ma io continuo il mio cammino. La figura nera, davanti a me, con la quale una volta giocavo e scherzavo, che voglio bene quanto ad una sorella, mi sferra contro onde di energia nera, per fermarmi, ma questo non accadrà."
Usagi- Chibiusa! Ti prego, fermati! Ti scongiuro!
Hotaru- Piccola sciocca. Come può una bambina fermare me, me, il male allo stato puro. Arrenditi e china il capo!
Sailor Chibimoon, la piccola paladina della giustizia, alzò lo sguardo. I suoi occhi erano spenti. Piccole lacrime argentate le rigavano il volto.
Hotaru, la reincarnazione del male più oscuro, alzò lentamente un braccio e, con un piccolo gesto del polso, lanciò verso la ragazzina dagli strani capelli rosa, una raffica di guizzi e scintille viola, che le oltrepassarono il corpo, lasciandola cadere al suolo, apparentemente senza vita.
Sailor Moon le corse incontro. Si inginocchiò e sistemò la testolina di Chibiusa sulle sue gambe. Piangendo disse:
- Stupida... sei...sei solo una stupida...
Chibiusa- Sa-sailor Moon... salva Hotaru, te ne prego...
Alla mente di Sailor Moon riaffiorarono brutti ricordi: quando conobbe Chibiusa e, ricordando quel visino triste, le promise di salvare la sua mamma.
Usagi- La salverò Chibiusa... vedrai...
Chibiusa- ...per favore... non mi lasciare, mamma.
Sailor Moon ebbe un sussulto. Chibiusa chiuse gli occhi e, in una luce accecante, il suo cuore puro comparve, illuminando tutta la stanza. Hotaru era visibilmente disturbata da quel bagliore.
La principessa della Luna, fiera e dalla carnagione di pesca, scoppiò in un piante implacabile, il corpo esanime di una bimba accanto a lei ed un cristallo splendente che ormai le si era incastonato nella spilla sul petto, come ricordo di una promessa e nuova forza da utilizzare per portare a termine la missione.
Mentre Sailor Moon si alzava lentamente, le mani e il corpo ferito, si accorse che le dita di Chibiusa si muovevano ancora... Non era morta! C'era ancora una speranza....
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Ho cercato di allacciarlo al mio provino di Sailor Moon.